Via Solleder – Sass Maor

Relazione della salita

È una delle grandi classiche delle Dolomiti di difficoltà medio alta. Offre una bellissima scalata, molto varia, in un ambiente molto suggestivo. La via non inizia alla base vera della parete, ma sull’ampia spalla Sud-Est, presso la selletta dove termina la “Banca Orba” ed inizia la “Diagonale Solleder”.
Si potrebbe fare un appunto a Solleder che già nel 1926 avrebbe potuto “risolvere” tutta la parete e non soltanto una parte. Ma questa è una domanda senza risposta da parte dell’interessato. La risposta l’ha data Aldo Bettega!

Si può andare all’attacco dalla Val Pradidali per il “Sentiero del Cacciatore” fin poco sotto la parete Est della Cima della Stanga. Qui si abbandona il sentiero principale, seguendo invece delle tracce quasi in piano ben individuabili in direzione Nord, rientrando nell’alta Val dei Pissotti. Qui ci sono due possibilità per raggiungere la Sella della Banca Orba: traversare a destra, circa in quota, e aggirare i salti di roccia seguendo delle tracce di sentiero che risalgono poi tutta la ripida banca fino alla sella; oppure risalire il ghiaione e dei facili salti di roccia fin sotto la parete SSE del Sass Maor allo sbocco (presso una profonda gotta e tracce di bivacco) del ripido canalone che scende dalla Sella costeggiando la parete. Si supera il primo salto del canalone (II+) su ottime rocce levigate e si continua più facilmente fino alla sella (2250 m circa).

Ore 3 dal parcheggio di Fosna. L’altra possibilità di avvicinamento: dal Rif. Velo si prende ancora il Sentiero del Cacciatore, ma in senso inverso. Si scavalca la Cima della Stanga e si scende nel Vallon dei Pissotti fin poco sotto la Parete Est dove si diramano verso Nord le tracce quasi in piano. Poi si continua come nel primo caso. Dalla sella della “Banca Orba” inizia la salita con una lunga diagonale che taglia tutta la parete con diversi passaggi di III o III+ e buona roccia. Soltanto un breve tratto dopo il “Castello di Onix” è ghiaioso e richiede più attenzione. Le indicazioni del tracciato e dello schizzo sostituiscono la relazione tecnica.

Discesa

La via comune si può seguire con una certa facilità per le numerose tracce alle quali vanno aggiunti i bolli rossi. Dalla vetta si va in direzione Est e si scende un gradino per le doppie (1 lunga e 2 corte da 27 m). Si giunge così su un terrazzone inclinato che si percorre in discesa contornando il versante Nord fin sopra la forcella con la Cima Madonna. Altre due doppie corte o una lunga permettono di raggiungere la forcella. Si scende ora per il canalone di sinistra (Sud) fino ad un masso incastrato. Si può passar sotto raggiungendo rapidamente il bivio con la gola dei Pissotti. Naturalmente si va a destra scendendo fino all’ultimo salto che conviene superare con una doppia (corta). In pochi minuti si raggiunge il rifugio. Per la discesa 1,30 ore. In tutto 3,30 ore.


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